"È sempre mezzogiorno" su Rai Uno: praticamente la riprova del cuoco. Ma tra scoiattoli parlanti, alberi magici, telefoni rosa. E lo stesso entusiasmo che fu di Tonio Cartonio

C’è bisogno di leggerezza, e questo è un fatto più o meno assodato. Ma ci sono programmi che senza cedere ad alcuna via di mezzo hanno preso decisamente in parola la tensione al sorriso. Anche troppo. Un esempio (non) a caso è la riprova del cuoco, ovvero il ritorno a casa di Antonella Clerici con “È sempre mezzogiorno” che già dal titolo fa presagire una sorta di punizione obbligata a occhi socchiusi per il trionfo di luce emanata dallo studio e dagli intenti. Il riassunto delle puntate precedenti è presto fatto per i contenuti: giochini, cucina e sorrisi. Un po’ più articolato invece per le scene, della serie, citando quell’antipatico di San Tommaso, se non si vede difficilmente si può credere di essere arrivati a tanto.

Lo studio è una sorta di gigantesca vasca trasparente immersa in un bosco virtuale ma reale, nel senso che è quello che realmente vede la signora Clerici dalla sua magione. I colori vanno dal rosa al fucsia, con piccole concessioni al verde (bosco ovviamente). E già la scelta cromatica griderebbe vendetta. Ma siamo solo all’inizio.

Tra i grembiuli delle nonne presenti e dei cuochi con sorrisi alla jocker, si staglia un fungo rosso da sette nani, altrimenti detto amanita muscaria, il cui potere allucinogeno, come sottolineano le malelingue, è sicuramente efficace. Antonella, gradevole, simpatica, adorabile Antonella, si siede su un’altalena fiorata per uno dei due quiz del giorno, dopo aver recuperato l’indizio da uno scoiattolo parlante appoggiato nel tronco di un albero al centro dello studio. Il quale albero anch’esso è dotato di voce propria, ma come dice la conduttrice, «ha un tono un po’ surreale».

E viene da chiedersi, con un filo di preoccupazione generalizzata, se con una modulazione diversa sembrerebbe invece normale ai presenti, visto che trattasi comunque sempre di albero.

Per il secondo gioco invece, la domanda posta al pubblico da un telefono anni ‘20 rigorosamente rosa contratto, è un recupero del barattolo dei fagioli, il regalino all’arricchimento culturale del Paese che fece Boncompagni per voce e caschetto di Raffaella Carrà. E siccome dalla brutta tv non si butta mai niente, viene riproposto pari pari in versione bucolica, anzi green, ovvero indovina quante foglie ha il bonsai.

Così la signora Clerici dopo una pausa simil forzata, torna in onda con lo stesso entusiasmo (e ambientazione) che fu di Tonio Cartonio e la sua Melevisione. Peccato che si rivolga teoricamente a un pubblico che avrebbe dovuto lasciare il Fantabosco da quel dì. Ma evidentemente Rai Uno ne ha fatto, duole dirlo, il suo modello di riferimento.