Decenni di incuria, un ritrovamento, tre anni di intoppi: ma ora vengono infine recuperati il palazzo e la soffitta dove il filosofo, suicida nel 1910 a 23 anni, scrisse il suo capolavoro. Mentre sta per uscire la sua biografia definitiva

Tre anni ci sono voluti. Di appelli, articoli, illusioni, delusioni, soldi difficili da trovare, impegni evaporati nelle pastoie burocratiche. Da non sperarci più. E invece. La soffitta di Carlo Michelstaedter nel Palazzo Paternolli a Gorizia, dove fra i 16 e i 23 anni si brucia l'avventura umana e intellettuale del filosofo di “La persuasione e la rettorica” e dei suoi sodali Enrico Mreule e Nino Paternolli, quei 50 metri quadri abbandonati come l'intero immobile disabitato da decenni, sta infine per essere salvata: diventerà spazio museale Michelstaedter e luogo d'incontro, e il palazzo una residenza transfrontaliera per studenti in una Gorizia che, con facoltà degli atenei di Udine e di Trieste e l'università slovena di Nova Gorica a qualche centinaio di metri, di spazi del genere ha un estremo bisogno.

Previously on “God save the loft”, per prendere a prestito lo slogan del video messo su youtube tre anni fa da una giovane laureata in filosofia, Chiara Pradella: affascinata dalla pericolosa e seducente figura del filosofo suicida nel 1910 con un colpo di pistola, esterrefatta alla vista del cartello “Vendesi” sul palazzo, Chiara lancia una campagna battente sui social, insegue amministratori locali e possibili acquirenti, scrive appelli al Ministero, e pazienza se la guardano un po' strana, lei fissata con quel loft in una Gorizia dove l'economia è in crisi, le fabbriche delocalizzano, i negozi chiudono, i palazzi del centro si svuotano.

La vicenda prende rilievo nazionale con l'articolo dell'Espresso del novembre 2016 e il ritrovamento in quella occasione, durante il sopralluogo nella malandata soffitta, di un graffito che sulla parete di destra raffigura un monaco inginocchiato, stessa figura di altri tre disegni di Michelstaedter conservati nel Fondo a lui dedicato della Biblioteca statale Isontina. Seguono articoli e interpellanze parlamentari. L'idea c'è: adibirla a casa dello studente, come a Trieste s'è fatto con l'ex-Ospedale militare, progetto dell'ingegnere Pierpaolo Ferrante, subito coinvolto anche qui. I soldi no, quelli non ci sono: le trattative si arenano una dopo l'altra in un estenuante tira e molla.
Eppure sono tempi in cui l'interesse per Michelstaedter (anziché scemare dopo la folgorante riscoperta trent'anni fa della sua opera principale per mano di Sergio Campailla, lo studioso e scrittore che da allora ne curerà per Adelphi tutte le opere) cresce costantemente, in Italia e all'estero. Nel febbraio 2017 Campailla pubblica sull'Espresso il corpus inedito delle sue poesie giovanili, meglio sarebbe dire adolescenziali,
che saranno incluse nell'edizione aggiornata delle poesie in uscita a dicembre. E prima, a fine settembre, è attesa la pubblicazione, per i tipi Marsilio, della biografia definitiva del filosofo, autore il medesimo Sergio Campailla, titolo “Un'eterna giovinezza. Vita e mito di Carlo Michelstaedter”: con una strepitosa ricostruzione dell'ambiente ebraico iniziosecolo nelle sue diramazioni internazionali, la sponda americana tramite zio e fratello di Carlo, la catena di nevrosi e suicidi in famiglia, gli ultimi ritrovamenti della biblioteca del filosofo e, in special modo, una inedita documentazione sulla malattia che getta nuova luce sulle motivazioni del suicidio.
La soffitta, dunque.

La svolta in estate quando, dopo un anno di inciampi dal primo contatto, prende forma il progetto dell'imprenditore Roberto Visconti, Futura Grandi Lavori la holding e Partecipazioni immobiliari la srl, all'attivo parte dell'Hilton Molino Stucky a Venezia, villaggi e porti turistici, golf club, alberghi, centri commerciali, edilizia residenziale. Il 5 settembre la firma del rogito: Palazzo Paternolli passa di mano e Visconti, arruolando per progettazione e direzione lavori Paco Ferrante figlio del Pierpaolo che per primo lanciò l'idea di tale destinazione d'uso, annuncia una residenza per studenti con 75 posti letto in monolocali attrezzati, il resto servizi, aree relax, biblioteca, sala multimediale, mensa, palestra, lavanderia; nonché piani arditi per acquisire a Gorizia anche lo Stabilimento Civico Bagni, storiche terme asburgiche da riaprire con spa di lusso, e Villa Frommer col suo lussureggiante parco, affare sicuro come residenza per anziani in un paese sempre più vecchio.

Dice Chiara Pradella, ieri studentessa appassionata di un ragazzo suicida cent'anni prima al punto da mettere in moto una macchina da guerra in cui nessuno all'inizio credeva, oggi consulente filosofica con una sua attività professionale, che già c'è un'intesa di massima per trasferire nella soffitta rimessa a nuovo e nei locali adiacenti la collezione di quadri e disegni di Michelstaedter oggi sistemati nella Sinagoga di Gorizia, o almeno parte di essa. Toccherà a lei, aggiunge Visconti, inventare e dirigere l'associazione culturale che di quegli spazi avrà la gestione e la responsabilità, inclusi eventi e attività, mostre, convegni e l'inserimento nel circuito turistico della Gorizia ebraica e mitteleuropea.

C'è una ratio, quasi un opportuno risarcimento, nel fatto che lo spazio dell'“eterno giovane” Michelstaedter, fascinazione attualissima per ventenni come lui, a tali ventenni sia restituito e da loro abitato. Insieme ai turisti che avranno un accesso diretto, in quella soffitta ci saliranno forse straniti e riverenti, o magari la useranno come Carlo ai tempi suoi, per dibattere animatamente, ridere, scherzare, studiare, combinare scalate al Monte San Valentin e gite al mare con le ragazze a Pirano (fumare no, ormai è vietato): volenti o nolenti, in un modo o nell'altro toccherà anche a loro, come a Carlo, venire “ai ferri corti con la vita”.