Dopo il caso Riace, l’estrema destra ha in mente altri colpi per rilanciare il culto di patroni e reliquie. Ma attenti ai falsi femori made in China

L’esempio del nuovo sindaco leghista di Riace, che ha intitolato ai santi protettori Cosma e Damiano i cartelli all’ingresso del paese, sta contagiando l’intero Meridione. Il culto del santo patrono: ecco da dove può e deve ripartire non solo il Sud, ma la Nazione intera.

La linea Basta falsi pudori, basta con il ricatto della laicità dello Stato. La fede cattolica va esibita e, se necessario, imposta. Già Matteo Salvini ha dettato la linea politica baciando il rosario nei comizi. Per eccesso di zelo alcuni esponenti leghisti, in manifestazioni pubbliche, lo hanno addirittura leccato, pratica severamente condannata già nel Concilio di Marsiglia, molto attento alle ragioni dell’igiene. «Il rosario non va leccato e non va ingerito», si legge nelle istruzioni diffuse dal Carroccio ai suoi sindaci, «ma appena sfiorato con le labbra. Evitando in segno di rispetto, nelle 24 ore precedenti l’atto di devozione, di mangiare cipolle». Il consigliere spirituale di Salvini, don Gabriel, con l’ausilio dello stilista ufficiale della Lega, Manuel Scapezzato, ha progettato enormi rosari tricolore da indossare a tracolla, in sostituzione della vecchia fascia in tessuto. Sembrano cartuccere e per questo piacciono molto ai sindaci leghisti del Nord come a quelli d’Aspromonte.

Le reliquie Abbassare al 4 per cento l’Iva sulle reliquie dei Santi e rilanciare il prospero commercio di parti del corpo mummificate e ossa calcinate che tanta parte ebbe nello sviluppo economico e culturale d’Italia. Su Amazon è possibile ordinare, oltre al costoso femore e al quasi inaccessibile teschio, anche reliquie a prezzo accessibile. Duecento euro per una falange, ma si sale fino a mille se si pretende anche il certificato di autentificazione. Sono disponibili ben duecentotrenta falangi delle dita di San Mozzo, protettore dei falegnami. E ancora una dozzina di lingue di Santa Teresa di Bla, protettrice degli speaker. La moltiplicazione delle parti del corpo dei santi è un fenomeno già noto fino dall’antichità, quando per soddisfare il fabbisogno di reliquie bravi e devoti artigiani cominciarono a fabbricarle con i materiali più disparati: marzapane, cartapesta, ossa di cavallo o di capra, perfino vere ossa umane, ma appartenute alla zia.

Il salto di qualità «Oggi», spiega il professor Mark Tricky, consulente artistico dei più importanti laboratori di reliquie al mondo, «disponiamo di metodi scientifici molto avanzati, come la clonazione. Da una sola reliquia autentica, per esempio la celebre unghia di Santa Chantal, dal caratteristico color rosso carminio, custodita a Pigalle, se ne possono ricavare migliaia con lo stesso Dna e addirittura con colorazioni diverse, dal blu notte al rosa shocking. Si deve solo diffidare dei prodotti cinesi, unghie finte spesso di scadente qualità o addirittura di plastica, ricavate da stecchini per i colletti delle camicie. Poco credibili anche le certificazioni, intestate a San Wu, Santa Zhu, eccetera. Se disponete di un budget troppo basso, lasciate perdere la reliquia e limitatevi a portare in processione un paio di ceri e una statua della Vergine, possibilmente non made in China, costano pochissimo ma sono malamente contraffatte, col dragone in braccio al posto del bambinello».

I bronzi Esaltato dal clamore sollevato grazie ai nuovi cartelli stradali, il sindaco di Riace insiste nella sua azione riformatrice. Per prima cosa intende chiedere al vescovo la certificazione dell’avvenuto miracolo, perché i cartelli stradali, a una settimana dalla loro installazione, non sono ancora crivellati dalle fucilate, come è tradizione in Calabria. Poi ha incaricato un esperto dell’Università per Corrispondenza, suo nipote Ciro, di sottoporre a nuove indagini i Bronzi di Riace: potrebbero essere i santi Cosma e Damiano, non due guerrieri precristiani come sostenuto dalla propaganda comunista. Questa sensazionale scoperta permetterebbe di retrodatare l’esistenza dei due santi cristiani a molto prima di Cristo.

Il gemellaggio Il sindaco leghista di Valsempia, località del Bellunese celebre per le sue acque euforizzanti, ha chiesto il gemellaggio con Riace, proponendo al suo collega sindaco uno scambio di reliquie. Ospiterebbe in Valsempia la reliquia di Cosma, e con un modico sovrapprezzo anche quella di Damiano. In cambio spedirebbe in Calabria, in una valigia, i resti della moglie, scomparsa in circostanze misteriose dopo una violenta lite coniugale.