“È meglio lasciare fuori la politica dai luoghi di cultura”. È questa la risposta che il giornalista Federico Gervasoni ha ricevuto dall’amministrazione comunale di Pompiano, in provincia di Brescia  Aggiornamento 22 novembre: La replica del sindaco e la nostra risposta

Non si può parlare di antifascismo in biblioteca. Lo ha deciso un sindaco della Lega, nel bresciano. Succede anche questo nell’Italia del 2019, dove le vittime della Shoah sono minacciate e costrette a dover vivere sotto scorta e la destra istituzionale riempie le sue piazze anche grazie ai fascisti del terzo millennio.
“È meglio lasciare fuori la politica dalla biblioteca, è un luogo di cultura”. È questa la risposta che Federico Gervasoni ha ricevuto dall’amministrazione comunale di Pompiano, in provincia di Brescia.

Giovane giornalista, costretto a vivere sotto sorveglianza per le minacce ricevute per le sue inchieste sul neofascismo, Gervasoni aveva chiesto di poter presentare il suo libro “Il cuore nero della città” nella biblioteca cittadina. Il sindaco Giancarlo Comencini però non l’ha permesso: come se l’antifascismo non fosse il valore fondativo della nostra Costituzione, ma una posizione politica come tante altre. 

«Il sindaco poteva negare la biblioteca appellandosi alla norma che consente di utilizzarla solo per iniziative promosse dall’amministrazione comunale”, spiega Sara Acerbis, consigliera comunale di opposizione che ha promosso la presentazione. “Invece ha voluto sottolineare la dimensione politica di un libro che politico non è: mette solamente in fila fatti di cronaca”. “È la prima volta che mi succede una cosa del genere, sono sconcertato”, commenta Gervasoni. “Ho presentato il mio libro in molte città, nessun sindaco però mi ha mai negato la biblioteca. Spero che Comencini abbia letto il mio libro prima di rispondere alla richiesta». 

Il libro racconta il ritorno e le gesta dei gruppi neofascisti a Brescia, città che il 28 maggio 1974 fu teatro di una delle stragi neofasciste più sanguinose della strategia della tensione, con 8 morti e più di cento feriti. “Anche per questo l'antifascismo dovrebbe essere un valore ancora più condiviso”, prosegue Gervasoni. “Ma purtroppo non è così: non solo c’è il risorgere di vecchie sigle come Avanguardia Nazionale (movimento sciolto dai giudici nel 1976 per ricostituzione del partito fascista, ma oggi ancora attiva, di cui un membro fu autore della strage di Brescia, ndr), ma anche la preoccupante avanzata di CasaPound, Forza Nuova, Brescia ai Bresciani”. 

La decisione del sindaco ha fatto discutere in città. In molti considerano la sua scelta dovuta anche ad un’amicizia, quella con Andrea Boscolo, esponente dei neofascisti di Brescia ai Bresciani e vicino agli ambienti di Avanguardia Nazionale. Ne “Il cuore nero della città”, Gervasoni parla anche di lui, frequentatore delle cene dei camerati di Stefano Delle Chiaie. “In paese Boscolo è molto conosciuto: in tanti lo hanno visto fare campagna elettorale per la Lega e per Comencini sindaco”, ci dice un cittadino che chiede di rimanere anonimo per paura di ritorsioni ("Sa, Pompiano è un piccolo paese: ci conosciamo tutti", dice). C'è di più: Boscolo è stato candidato primo cittadino di Pompiano nel 2004, sempre tra le fila del Carroccio. Forse anche per questo è meglio non parlare di antifascismo in biblioteca.

Aggiornamento 22 novembre: La replica del sindaco e la nostra risposta