Dopo cinque mesi sotto traccia, il leader di Ala (condannato a 9 anni) incontra a Montecitorio il capogruppo del Pd, Ettore Rosato. Probabile oggetto del colloquio: la legge elettorale   

E, dopo cinque mesi di navigazione silenziosa e sotto traccia, finalmente riapparve Denis Verdini. 

L’ex luogotenente di Berlusconi - uscito da Forza Italia due anni fa per fondare Ala, per mesi con un piede dentro la maggioranza - non aveva mai riposto nel cassetto la sua idea di un partito della nazione, centrista e moderato, che tagliasse fuori le ali, ovviamente guidato da Matteo Renzi. Però dal giorno del referendum, il 4 dicembre scorso, si era costretto a una sorta di clausura, resa ancora più amara dalla condanna in primo grado a nove anni di carcere, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, arrivata il 2 marzo scorso per il caso del fallimento del Credito Cooperativo fiorentino (bancarotta e truffa). Insomma era in attesa di tempi migliori. 

O meglio, in attesa che Renzi si riprendesse il Pd, senza più i fastidi della minoranza interna: cosa che è avvenuta il 30 aprile scorso. 

Poi sono arrivati altri segnali, sempre nella stessa direzione: la vittoria di Macron in Francia, e l’esultazione piddina per il centrista francese che ha sconfitto “i populisti”. Infine, su un piatto d’argento, ecco l’appello di Dario Franceschini a Berlusconi, dalle colonne del Corriere, per un "asse comune sempre contro i populisti", intendendo in questo caso il Movimento 5 Stelle e i sovranisti alla Salvini.

Il tempo era maturo e Verdini è ha deciso di uscire dalla tana.

Lo ha fatto questa mattina, poco dopo le 9,30, entrando nel palazzo dei gruppi di Montecitorio, in via del Vicario. Ha imboccato l’ascensore ed è salito al terzo piano, dove stanno gli uffici del Pd. E si è infilato nella stanza di Ettore Rosato, capogruppo democratico alla Camera.

L’incontro doveva essere segreto ma, si sa, Montecitorio ha mille occhi. Riservato invece è rimasto il contenuto del colloquio, come ovvio. Ma non è difficile ipotizzare che questo abbia ruotato attorno allo scenario politico suggerito da Franceschini (una santa alleanza che comprenda Pd, centristi e Forza Italia) e sul modo per renderla vincente attraverso la legge elettorale ancora da fare o da “armonizzare”, dopo gli interventi della Consulta.

In ogni caso Denis Verdini è tornato. E come prima mossa è andato a trovare il Pd.