«Abbiamo aspettato il presidente del Senato per due mesi. Micari non è stato pavido come lui» dichiara il capo dei renziani nell'isola Davide Faraoni. Pronta la difesa delle sinistre: «Arroganti. Ingiusto attaccarlo per non essersi prestato al vostro trasformismo»

Il Pd esce con le ossa rotta dalle elezioni siciliane. In attesa dei risultati ufficiali (lo scrutinio inizierà il 6 novembre alle 8 di mattina, ndr), già i primi exit poll delineano un quadro disastroso per il centro-sinistra. Le liste a sostegno del presidente Micari si attesterebbero tra il 16 e il 20 per cento: un abisso le separa dal centrodestra di Musumeci, che si aggira sul 35-39 per cento, e il Movimento 5 Stelle, primo partito in Sicilia con il 33-37 per cento.

Tuttavia i Dem non scaricano sul loro candidato presidente tutto il peso della sconfitta, anzi. «Fabrizio Micari ha avuto il coraggio di candidarsi con il centrosinistra» ha dichiarato Davide Faraone, sottosegretario alla Salute, alla guida dei renziani in Sicilia. L’elogio del rettore dell'Università di Palermo precede l’attacco al presidente del Senato, che ha rinunciato alla possibilità di candidarsi come successore di Crocetta: «Abbiamo aspettato Grasso per due mesi. Gli è mancato il coraggio che invece ha avuto Micari. Lui e le altre forze della sinistra hanno creato le condizioni perché la partita la giocassimo da soli». Faraone scarica le responsabilità della netta disfatta della coalizione guidata dal Pd su l’ex capo della direzione distrettuale antimafia e sui partiti di sinistra che non hanno sostenuto il loro candidato.

Non si sono fatte attendere le prime reazioni all’attacco del sottosegretario alla Salute. «In attesa dei voti veri di certo c'è solo il volgare attacco del Pd al presidente del Senato» ha affermato Paolo Cento, responsabile nazionale Enti Locali di Sinstra Italiana. Continua Cento: «Faraone scarica tutta la frustrazione di quella che si profila come una grossa sconfitta del Pd sulla sinistra che in Sicilia ha avuto un percorso limpido e con Fava un candidato di grande qualità che sembra in grado di avere un risultato importante».
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Anche Mdp, che con Sinistra Italiana ha sostenuto la candidatura di Giuseppe Fava (accreditato come quarto con un 6-10 per cento, ndr), corre in soccorso di Piero Grasso. «Le dichiarazioni di Davide Faraone confermano l'arroganza del gruppo dirigente renziano» scrive in una nota il senatore Miguel Gotor. «Tirare in ballo in queste ore il presidente del Senato Grasso è un'evidente caduta di stile: come è noto, egli non si è candidato col Pd in Sicilia per rispettare fino in fondo il suo mandato istituzionale e questo dovrebbe bastare» continua il senatore, che attacca poi la strategia siciliana del Pd: «Penso che il presidente Grasso abbia fatto bene a non mettere l'autorevolezza del suo nome e della sua storia a disposizione di un progetto trasformistico di segno centrista che gli elettori siciliani hanno sonoramente bocciato».