Il Grande raccordo anulare intorno a Roma maglia nera per numero di sinistri. Consultate i nostri interattivi per scoprire quanto è rischioso guidare nelle vostre città e quale periodo della giornata è più sicuro

Roma non soltanto è la capitale politica d’Italia, ma anche per quanto riguarda gli incidenti stradali. Secondo i dati diffusi dall'Aci, nel 2014 all’interno del capoluogo laziale si sono verificati poco più di 1.900 incidenti che hanno provocato 38 morti e 2.743 feriti. Per dare un’idea, si tratta di una quantità di scontri pari a quella delle altre dieci città che seguono in classifica fra cui – nell’ordine – Genova, Bologna, Napoli e Milano.



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Secondo quanto segnala l'Istat, la maggior parte degli incidenti stradali nel nostro paese si sono concentrati a maggio, giugno e luglio. Il venerdì risulta come il giorno con il numero più elevato di eventi, ma dalle conseguenze meno gravi: tanto che maggiori vittime sono state registrate di domenica. La giornata lavorativa è scandita da tre picchi di incidenti, che avvengono rispettivamente quando si va al lavoro – intorno alle nove di mattina –, poi intorno alle 13, e ancora quando si torna a casa alle 18. Nel fine settimana le cose cambiano, e la frequenza di incidenti è più intensa nelle ore che precedono il pranzo, dalle 11 alle 13, e di nuovo dalle 16 alle 20. Anche se rari rispetto agli altri, gli scontri più gravi – che cioè tendono a provocare vittime – avvengono fra le tre e le sei del mattino.

Ma al di là delle tendenze generali, ogni comune ha le sue caratteristiche. Nella provincia di Roma, per esempio, oltre al picco estivo ne è stato registrato un altro a marzo, mentre nell’area di Milano il massimo è stato raggiunto in autunno, a ottobre. Fra le due grandi città emerge anche un’altra differenza: nel capoluogo lombardo gli incidenti si concentrano in modo particolare quando si va e si torna a casa dal lavoro. A Roma, al contrario, gli eventi sono un po’ più spalmati negli orari pomeridiani – forse perché è più diffusa l’abitudine tornare a casa per pranzo.



Per capire questi numeri dobbiamo però tenere presente che, si capisce, i comuni non sono identici fra loro. Alcuni sono grandi e hanno più abitanti – come Roma –, altri meno; in determinate aree c’è traffico e altrove magari le strade non sono così affollate. Può esserci un flusso di pendolari che limita la circolazione, come succede nei capoluoghi più grandi, e poi da una regione all’altra le persone possono avere stili di guida diversi. I dati ci dicono quanti incidenti ci sono stati, ma poco altro sulle altre condizioni ambientali che li hanno provocati: fattore altrettanto importante.

Prendiamo proprio Roma e il suo raccordo anulare: lì nel 2015 si sono verificati 678 incidenti, contro più del doppio avvenuti sulla statale Adriatica – che va da Padova a Otranto – o sull’intera Aurelia. Eppure nel secondo caso parliamo di strade lunghe diverse centinaia di chilometri, poco meno di settanta per l’anello che circonda la capitale. Così se facciamo l’esperimento di calcolare, in media, quanti incidenti sono avvenuti per chilometro di strada la classifica cambia molto. In testa c’è di gran lunga il raccordo stesso, con più del triplo di incidenti per chilometro rispetto a chi lo segue, la statale 36 che collega Cinisello Balsamo, in Lombardia, con la Svizzera a nord. Il raccordo è di certo fra le strade più densamente trafficate d’Italia, ma il record resta.



Per il raccordo anulare, così come per le altre principali strade d’Italia, tramite i dati possiamo ricostruire quali sono stati i mesi e le ore del giorno in cui sono avvenuti più incidenti: emerge così che i periodi problematici sono aprile e ottobre. Nelle due principali autostrade – l'Adriatica e quella del Sole – i picchi si concentrano d’estate, fra luglio e agosto, ma mentre nella prima sono avvenuti più incidenti in tarda mattinata, nella seconda l’orario più problematico sono state le 16.

Eppure il singolo tratto di strada con più eventi si trova sulla statale 36, in Lombardia, nei pressi dei comuni di Verano Brianza e Giussano. Qui ci sono stati 31 incidenti, dei quali però nessuno mortale. Un numero leggermente inferiore – 29 – risulta invece nel primissimo chilometro della A10 Genova-Ventimiglia, e ancora un paio meno sul raccordo anulare, nei pressi delle uscite Tuscolana e Anagnina. Sulla stessa strada, soltanto un paio di chilometri più avanti, un altro tratto denso di problemi – grosso modo dove si trova l’uscita per l’Appia.



Per quanto ogni incidente stradale sia di troppo, tornando un po’ indietro nel tempo ci accorgiamo che comunque le cose sono migliorate rispetto al passato. I dati Istat mostrano che questi eventi sono più rari di una volta: già rispetto al 2001, per esempio, nel 2014 le vittime si sono dimezzate con incidenti e feriti diminuiti del 30 per cento. L’Italia però ha un numero di incidenti leggermente superiore alla media europea, e anche considerato il diverso numero di abitanti ce ne sono meno che da noi nel Regno Unito, in Spagna, in Germania e in Francia.