La legge che garantisce una rete di sostegno alle persone con handicap, rimaste senza genitori, ha incassato l'ok di Palazzo Madama con 181 voti a favore, 12 astenuti e i voti contrari del M5S. Ora il testo, che ha subito modifiche, tornerà alla Camera per l'approvazione definitiva

 «Chi si occuperà dei nostri figli quando non ci saremo più?». È una domanda che i genitori di figli affetti da grave disabilità si pongono spesso. Specie quando questi ragazzi non hanno parenti ad eccezione  della mamma e del papà che possano prendersene cura. Per molti anni in Italia questo quesito non ha avuto risposta: almeno da parte delle istituzioni, la cui assenza è stata colmata dal lavoro di associazioni, onlus e cooperative, che hanno sperimentato forme di assistenza per rendere gradualmente indipendenti disabili e persone con handicap.

Da giovedì 26 maggio, però, è cambiato qualcosa. Dopo l'ok in Commissione Lavoro, con l'esame di 300 emendamenti, il ddl sul 'Dopo di noi' è stato approvato al Senato con 181 voti a favore, 20 contrari e 12 astenuti. I no sono arrivati dai senatori del Movimento Cinque Stelle, contrari, tra le altre cose, all'introduzione del trust. La legge, che garantisce una rete di assistenza alle persone con handicap, prive del sostegno dei genitori, ora tornerà alla Camera per la terza lettura.

Il testo, frutto della sintesi di sei diversi disegni di leggi presentati da PD, Lega, Scelta Civica e Area popolare, era già stato liquidato da Montecitorio lo scorso 4 febbraio dopo 18 mesi di lavori. Ed è la prima proposta arrivata all'esame del Parlamento, dopo che negli scorsi anni diversi partiti avevano tentato di accendere i riflettori su questo vuoto normativo. Vuoto che fino ad oggi le famiglie con figli disabili o deficit cognitivi si sono trovate ad affrontare da sole.

Nella scorsa legislatura c'aveva provato l'onorevole Livia Turco, depositando una prima bozza di legge. Ma il testo era rimasto chiuso in un cassetto, senza mai arrivare in aula. Almeno fino al 2014, quando la deputata del Pd, Ileana Argentin, lanciò una petizione su Change.org per ribadire l'esigenza di un'approvazione in tempi rapidi. La campagna era iniziata, per poi esplodere sui social, dopo il gesto di Sergio Ruggeri, pensionato romano di 76 anni, che aveva ucciso il figlio disabile 36enne e la moglie malata di cancro, perché preoccupato per il suo destino. Un episodio che all'epoca calamitò l'attenzione dell'opinione pubblica: a sottoscrivere l'appello anche la presidente della Camera Laura Boldrini.


Ora, dopo un lungo iter parlamentare, con l'opposizione di alcuni partiti e in particolare del Movimento Cinque Stelle, e le perplessità sollevate da alcune associazioni, la legge ha incassato il parere favorevole del Senato. «Lo approveremo entro l'estate», aveva promesso il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ospite a Che Tempo che fa.


Ma cosa cambia davvero con il 'Dopo Di noi'? Per la prima volta viene istituito un Fondo specifico, con 90 milioni di euro per quest'anno, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni dal 2018. Previste anche agevolazioni e sgravi fiscali per il patrimonio che i genitori decideranno di lasciare in eredità per la cura dei loro figli, affidandolo ai parenti o a enti e onlus. Due le novità del ddl introdotte al Senato. La prima è il «progetto individuale di cura e assistenza del disabile» ancor prima che vengano a mancare i parenti. In sostanza, i genitori potranno decidere a chi affidare la gestione del figlio disabile e del patrimonio destinato al suo sostegno già durante la vita familiare, senza aspettare che uno dei due venga a mancare. Su questo punto, però, si sono levate diverse critiche delle opposizioni, che hanno evocato «l'allontanamento coatto», anche in virtù dell'articolo quattro in cui sono previsti «interventi per la permanenza temporanea in una soluzione abitativa extrafamiliare» per far fronte ad eventuali situazioni di emergenza. Critiche che la relatrice della legge, la senatrice dem Annamaria Parente, ha respinto assicurando che ogni step del percorso verrà concordato con tutti i soggetti coinvolti.


Secondo punto è la varietà di strumenti legali con cui i genitori potranno garantire la gestione del patrimonio, a patto che venga destinato alla cura e all'assistenza del ragazzo disabile. Nella versione approvata alla Camera c'era solo il trust. Ma i dubbi espressi dalle stesse associazioni, dalle famiglie e dai parlamentari cinquestelle, che avevano bollato la legge come «un regalo alle assicurazioni e ai privati» ha portato all'allargamento di tali strumenti così da garantire alle famiglie più possibilità di scelta. E a chi non possiede beni mobili o immobili di poter comunque avere diritto a forme di tutela.

Il 'Dopo di noi', infine, legittima e favorisce la nascita di realtà già esistenti come il co-housing e gli appartamenti condivisi da ragazzi disabili, che diventano indipendenti attraverso esperienze abitative di gruppo: negli ultimi anni città come Roma, Milano e Torino queste esperienze si sono moltiplicate. In questo sistema saranno coinvolti attivamente comuni, regioni ed enti locali.