Nell'anniversario della strage di Capaci al Biondo di Palermo va in scena 'Dieci storie proprio così'. In giro per scuole e palcoscenici di tutt'Italia dal 2011, lo spettacolo è inserito in un progetto sulla legalità che ha già coinvolto 20 mila ragazzi. Giulia Minoli: «Così sfondiamo la quarta parete, portando il valore dell'antimafia fra i più giovani»

Dalla strada al palco, dalle tenebre dell’illegalità alle luci del palcoscenico. Il teatro come «strumento di educazione civica». Basta una scena, un fondale nero e giovani attori in camicia bianca. E una recitazione in cui si alternano bisbigli, grida, pianti di gioia, o dolore, per far conoscere ai più giovani la storia italiana degli ultimi trent'anni, insanguinata da omicidi, lotte e vendette di mafia. Ma anche un'occasione per trasmettere alle nuove generazioni i valori - sani - di riscatto e cambiamento.

C’è tutto questo in Dieci Storie proprio così, lo spettacolo itinerante che fa tappa il 23 e il 24 maggio al Teatro Biondo di Palermo. Dopo l’anteprima nazionale a marzo al Teatro Argentina di Roma e la data napoletana, lo spettacolo ideato da Giulia Minoli e diretto da Emanuela Giordano arriva in Sicilia, nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci, dove nel 1992 persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.

Un modo per non dimenticare, «per avvicinare e portare le nuove generazioni nelle profondità di una ferita ancora aperta», che si rapre e torna a sanguinare ogni volta che le mafie tornano in prima pagina a causa di omicidi, inchieste e arresti. Il progetto, nato nel 2011 al Teatro di San Carlo di Napoli, è un racconto corale in cui sentimenti negativi come il dolore, l’ingiustizia e la rabbia si trasformano in coscienza civile, determinazione, impegno quotidiano, resistenza. Questo lento e controverso ritorno alla legalità è descritto attraverso la rappresentazione di dieci storie. Come quella di Annalisa Durante, uccisa per sbaglio durante un conflitto a fuoco tra clan rivali, nel rione di Forcella, a Napoli, nel 2004. O come Giancarlo Siani, giornalista de Il Mattino ucciso dalla camorra nel settembre del 1975 per aver denunciato le attività criminali della malavita a Torre Annunziata.


Storie lontane nel tempo ma ancora tremendamente attuali come quella di Marcello Torre, sindaco di Pagani, nel salernitano, ucciso nel 1980 per aver contrastato le infiltrazioni dei clan negli appalti per la rimozione delle macerie post-terremoto dell'Irpinia. Come lui, ancora oggi, sono tanti gli amministratori locali, spesso lasciati soli in zone di trincea a combattere contro il crimine organizzato. «Con questo spettacolo abbattiamo la quarta parete del teatro e portiamo fuori queste vicende, le raccontiamo e cerchiamo di infondere e coltivare nei ragazzi una coscienza civica», spiega Giulia Minoli, presidente dell’associazione The CO2 Crisis Opportunity Onlus, che da anni porta nelle scuole di tutta Italia il progetto Il palcoscenico della legalità, all’interno del quale è inserito lo spettacolo.

Ad oggi sono più di 20mila gli studenti già coinvolti nel progetto che per la prima volta sperimenta la collaborazione tra teatri, istituti penitenziari, scuole e società civile. Lo scorso anno, per la prima volta, il cast di Dieci Storie è entrato nel carcere minorile di Airola a Benevento e nell'istituto di pena per minori di Malaspina a Palermo. E ha coinvolto i ragazzi detenuti, con laboratori di scrittura e di realizzazione tecnica, avvicinandoli a tutte le fasi dell'allestimento di uno spettacolo: dalle luci al suono fino alla scenografia.


Ogni rappresentazione di questa «opera dibattito sulla legalità» è preceduta e seguita da una serie di incontri nelle scuole con gli attori dello spettacolo, i famigliari delle vittime e chi ogni giorno continua a combattere le mafie e decide di portare nelle aule la propria testimonanza. «Lo spettacolo viene modificato e aggiornato a ogni messa in scena», spiega Minoli secondo cui la forza della pièce sta proprio nel linguaggio e nel rigore giornalistico della drammaturgia. Nel 2017 la tournée riprenderà il suo viaggio in giro per il Paese: prima tappa al Piccolo di Milano, dove è in cartellone dal 22 al 29 gennaio.

Uno spettacolo dal "doppio valore", perché per la prima volta mette insieme diverse associazioni impegnate nella lotta alle mafie. Partner dell'iniziativa, tra le tante realtà, sono la Fondazione Polis, Fondazione Silvia Ruotolo, Fondazione Falcone, Centro Studi Borsellino, Coordinamento Campano Vittime della Camorra e Libera.