Che faceva l'esponente del Pd a casa dell'ex sottosegretario berlusconiano Pizza con il capo storico della Falange libanese Gemayel? Ecco come il deputato democrat ha trascorso la sera della sua elezione a segretario

Quando è stato eletto segretario, ha messo d’accordo l’85 per cento del Pd in uno dei momenti di maggiore crisi del partito.  Ma il traghettatore Guglielmo Epifani, che ha guidato i dem dal maggio 2013 fino al congresso del dicembre 2013 che ha segneato l’inizio dell’era Renzi, la sera della nomina non è rimasto a festeggiare con i suoi. Qualche ora dopo la sua incoronazione è andato a bussare a casa di Giuseppe Pizza, ex sottosegretario all’Istruzione,  divenuto “proprietario” del simbolo Dc a suon di ricorsi.

A rivelarlo è la Dia di Reggio Calabria, che su indicazione del pm Giuseppe Lombardo sta indagando a fondo sugli incontri ospitati nel salotto dell’ex sottosegretario. Il sospetto degli investigatori è che anche lì siano stati definiti alcuni passaggi relativi alla gestione del latitante Amedeo Matacena.

Per l’ex deputato forzista si erano mossi il compagno di partito Claudio Scajola e l’imprenditore calabrese Vincenzo Speziali. Lo scopo era di procurare un buen retiro in Libano per sfuggire alla condanna per  concorso esterno. E proprio l’ex presidente del paese dei cedri Amin Gemayel era l’ospite d’onore la sera insieme al neosegretario Epifani.

«Una casualità, una coincidenza», dichiara all’Espresso il deputato ed ex segretario generale della Cgil. «Si figuri se il giorno della mia elezione, stanco com’ero, avrei avuto voglia di andare là». Per altro, puntualizza Epifani, «quando abbiamo fissato l’appuntamento non ero neanche segretario, non era neanche deciso che lo facessi». Quell’invito, specifica poi,  non era arrivato da Pizza, definito nell’interrogatorio con la Dia «uno che non vedevo da quarant’anni», ma dalla compagna di lui.

«Una cara amica di famiglia», la definisce Epifani. «Mi aveva chiesto di andare lì perché c’era l’ex presidente del Libano». Ed Epifani ha accettato. Un po’, dice, per la «curiosità di avere, dal punto di vista di un politico di Beirut, qualche notizia sul Medio Oriente», un po’ «per rispetto verso la signora».

A tavola c’erano altri ospiti, ma oggi l’ex segretario Pd non sa dire chi sono. «Son pure passati tre anni». E anche di quell’incontro, organizzato da così tanto tempo da non poter disdire, alla fine non sembra conservare un gran ricordo. Con Gemayel, che «era venuto a Roma per ragioni attinenti all’Internazionale democristiana», Epifani ci ha parlato, ma alla fine tutto si è risolto in «qualche domanda sul Libano, un’oretta, mentre si cenava». Il paese mediorientale viveva all’epoca una fase delicata e l’esponente del Pd voleva cercare di capirci qualcosa in più. Ma non sul fronte degli interessi delle tante aziende italiane, incluse le grandi partecipate di Stato, che operano nell’area. «Cosa vuole che ne sappia degli interessi dell’Italia in Libano? Non ci sono mai stato, non ne so niente».