Le sconfitte sul campo, con il conseguente arretramento dell’Isis da molti dei territori occupati, spingono i foreign fighters a ripercorrere a ritroso il loro itinerario del terrore. Obiettivo: l’Europa

Stanno rientrando a decine. Dalla Siria, dall’Iraq. Le sconfitte sul campo, con il conseguente arretramento dell’Isis da molti dei territori occupati, spingono i foreign fighters a ripercorrere a ritroso il loro itinerario del terrore. Obiettivo: l’Europa. L’Europa da colpire al cuore, secondo i proclami e le strategie lanciate via web dai capi dello Stato islamico, dopo le gravi perdite subite negli ultimi mesi.

Molti jihadisti di ritorno sono balcanici. Alcuni vengono intercettati. I più no, protetti da ?una rete spesso impenetrabile dall’antiterrorismo occidentale ?che setaccia i Balcani.

Il ricercato numero uno si chiama Lavdrim Muhaxheri, “il macellaio ?dei Balcani”, noto soprattutto per l’orrore diffuso in Rete nel 2104, quando il ventinovenne kosovaro postava la propria immagine mentre decapitava ragazzini “traditori”.

Muhaxheri (noto anche come Abu Abdullah al-Kosov) è considerato ?da tempo uno dei capi dell’Isis, dopo una scalata dal ruolo di leader della Brigata balcanica, ed è stato più volte dato per morto in Siria. Poi, lo scorso agosto, si è rifatto vivo sul web: sorridente, con un fucile Ak-47 in mano.

Ma quel che è peggio, secondo quanto risulta all’Espresso da fonti dei Servizi italiani in Kosovo, è che il macellaio di Kacanik (una piccola città del Kosovo al confine con la Macedonia nota per essere un importante centro di reclutamento di jihadisti) da quasi un paio di mesi sarebbe rientrato in Kosovo, uno dei serbatoi più importanti per lsis, ?con 3-400 arruolati nel Califfato.

Il passaggio di Lavdrim Muhaxheri è stato segnalato in Macedonia a metà novembre. Gli uomini dell’Aise in area balcanica hanno messo subito in moto le autorità locali, ?l’Aki (Kosovo Intelligence Agency) ?e le unità antiterrorismo kosovare, albanesi e macedoni. Ma il boia sembra essersi dileguato.

Il ritorno di Muhaxheri in area balcanica, secondo l’Intelligence italiana, è considerato una minaccia molto seria non solo per i Balcani, ma per molti Paesi europei, dove il leader jihadista kosovaro (inserito nella lista dei terroristi globali dal dipartimento di Stato Usa già nel settembre del 2014) ha contatti ?e sarebbe in grado di colpire.

La rete jihadista del “macellaio” è ramificata. Non solo: Muhaxheri ha un’ottima conoscenza del nemico, avendo lavorato, prima della conversione allo jihadismo, nella base americana della Kfor di Bondsteel (in Kosovo) e prima ancora per la Nato in Afghanistan.

«Lavdrim Muhaxheri resta una minaccia» ha titolato il sito Balkan insight lo scorso 18 novembre, dopo l’arresto di 19 terroristi che stavano preparando attacchi in Kosovo e Albania. Il principale dei quali avrebbe dovuto fare strage di israeliani durante una partita di calcio amichevole Albania-Israele.

Gli arrestati, secondo fonti della polizia kosovara, erano stati coordinati dalla Siria proprio da Muhaxheri. Ma il capo Isis originario di Kacanik era con ogni probabilità già rientrato a casa. E i Servizi italiani lo avevano segnalato. Se, come è probabile, Muhaxheri ?non è ripartito per la Siria, ?l’allarme riguarda anche i legami ?con il nostro Paese.

Nel dicembre del 2015 con l’operazione “Van Damme” veniva sgominata una cellula operante tra Italia e Kosovo, con a capo Samet Imishti, residente nel bresciano. Nella casa dell’uomo, arrestato in Kosovo, sono state trovate - secondo quanto ricostruito da Il Giornale - le prove di collegamenti diretti proprio con Muhaxheri, il giovane “macellaio” pronto a proseguire ?la Jihad sul suolo europeo. Con la ferocia che ha dimostrato nelle sue “performance” sui social e l’autorità conferitagli dall’ascesa nei ranghi dell’autoproclamato Califfato.