Dopo i 30 inglesi uccisi in Tunisia, il governo di Londra vuole combattere le idee che spingono ad arruolarsi nello Stato islamico. Censurando ogni intervento violento o comprensivo verso il jihad. Con il rischio di minare i principi della democrazia britannica

Combattere le idee prima che armino i terroristi. Bloccando ad esempio gli interventi in televisione o nelle università di chi predica violenza o si mostra comprensivo verso il jihad, censurando persino le dichiarazioni sui social. C'è un forte sapore antidemocratico nel piano del governo Cameron per combattere l'estremismo, un progetto che dovrebbe contrastarne tutte le manifestazioni – dai neonazisti agli animalisti – ma che in realtà è mirato per frenare il dilagare del proselitismo del Califfato. Il pacchetto di misure annunciato nello scorso marzo ha spaccato persino il partito conservatore, ma dopo le trenta vittime britanniche nel massacro sulle spiagge tunisine, l'esecutivo di Londra sembra intenzionato a passare sopra le resistenze. E cambiare «la narrazione sull'estremismo».

In un lungo intervento con il ministro dell'Interno Theresa May, lunedì il premier ha annunciato a breve la pubblicazione di una strategia mirata a stroncare la propaganda jihadista. Che parte da una considerazione: l'origine del radicalismo non è la povertà. David Cameron ha parlato di «giovani che sono stati in buone scuole, con un buon contesto familiare e che non facevano una vita di stenti nonostante questo hanno scelto un cammino violento». Un profilo che si addice al killer solitario tunisino, passato dagli studi di ingegnere al martirio, come a tanti ragazzi che lasciano le città europee per raggiungere i campi di addestramento in Siria. La linea di condotta britannica è quindi quella di colpire i messaggi che li spingono verso l'integralismo e la guerra santa. Come quelli che propagandano l'idea stessa di un califfato, ossia di un potere temporale basato su comandamenti religiosi. O la negazione della convivenza tra cristiani e musulmani. O la sottomissione delle donne.

Su questo fronte, le parole contano. Secondo il governo di Londra non ci deve essere spazio per la comprensione verso il jihad. E ogni termine deve essere pesato. Ad esempio, Cameron ha chiesto alla Bbc – un network pubblico – di non parlare di Stato Islamico, in sigla Is, ma di Stato Islamico in Iraq e nel Levante, ossia Isil, oppure di Daesh: una scelta lessicale per negare una base universale alla creatura di Al Baghdadi, cercando di ridurla a un'esperienza temporanea nei conflitti medioerientali. Un'indicazione che adesso la Bbc sta valutando.

Nel pacchetto di misure si prevedono anche nuovi poteri di controllo per l'intelligence, per monitorare le comunicazioni web e i social media. «I metodi di omicidio dell'Isil sono barbarici, ma i sistemi di reclutamento e comunicazione sfruttano le tecnologie più avanzate», ha sottolineato Cameron. Sul campo, il piano include una “inchiesta indipendente” sull'applicazione della sharia – la legge coranica – in Inghilterra e Galles; il censimento degli organismi che gestiscono le scuole private di ogni tipo e una maggiore attenzione da parte della polizia a quei “delitti d'onore” che possono segnalare la presenza di ambienti fondamentalisti. Sul tavolo c'è anche una revisione dei regolamenti che permettono di ottenere la cittadinanza per garantire che i nuovi cittadini rispettino “i valori britannici”. Quali valori? Verranno promossi con un campagna mediatica, introducendo anche incentivi e sanzioni per spingere a imparare l'inglese.

Commemorando le vittime della strage tunisina, Cameron ha detto che la Gran Bretagna non rinuncerà mai al suo stile di vita, né si arrenderà davanti al terrorismo. Ma siamo sicuri che l'annunciata guerra alle idee, seppur estreme, attraverso la censura non sia già una sconfitta dei principi della democrazia britannica? In fondo, anche in questo c'è il segno della difficoltà che l'Occidente incontra nel fronteggiare il Daesh: non c'é mai stato un movimento capace di attirare così tanti giovani dall'Europa. Le reclute di Al Qaeda nel Vecchio Continente sono sempre state eccezioni numericamente insignificanti, mentre il califfato nato in Iraq continua a radunare centinaia di giovani volontari, nati e cresciuti nei confini della Ue.