Imputato in un procedimento in qualità di ex presidente dell’Ato (ente di controllo per il servizio idrico) per somministrazione di acqua contaminata da sostanze cancerogene a 700 mila cittadini abruzzesi, l'ex deputato diventa presidente della società che si occupa di smaltimento rifiuti

Sotto processo per erogazione di acqua inquinata nel processo Bussi bis, l’ex deputato Giorgio D’Ambrosio è stato nominato presidente di Ecologica srl, che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nel pescarese. Si tratta di una società a maggioranza pubblica che ha come partner privato il monopolista abruzzese dei rifiuti Deco, della famiglia Di Zio.

D’Ambrosio, imputato in qualità di ex presidente dell’Ato (ente di controllo per il servizio idrico) per somministrazione di acqua contaminata da sostanze cancerogene a 700 mila cittadini abruzzesi, è stato evidentemente ritenuto il miglior candidato per ricoprire tale ruolo.

La sua nomina ha scatenato una serie di reazioni nel Pd, di cui D’Ambrosio è stato esponente di punta. “Una scelta non felice”, l’ha definita Antonio Di Marco, presidente della Provincia di Pescara a marchio Pd, come lo è la stessa Regione Abruzzo. “Evidentemente D'Ambrosio non comprende che i tempi sono cambiati, che nei territori c'è una sensibilità diversa”, dichiara Di Marco “il nome e il metodo dovevano essere condivisi e forse certi passi sono fuori luogo: insomma al di là delle polemiche c'è da discutere ciò che lui rappresenta, quel tipo di politica”. Critiche a cui D’Ambrosio risponde così: “Ma come? Nessuno si è mai interessato di questa azienda e ora tutti mi criticano? Ma che sono, Vallanzasca?”.

L’ex presidente dell’Ato, che nel processo bis sulla megadiscarica Montedison di Bussi dovrà difendersi dall’accusa di reato di distribuzione di acqua avvelenata, ha alle spalle una lunga carriera politica nel centrosinistra. Una carriera che lo ha visto ricoprire ruoli da consigliere provinciale, sindaco e parlamentare. Fino alle ultime elezioni regionali del 2014 quando, nel pieno della bufera mediatica che si è abbattuta sul cosiddetto “partito dell’acqua avvelenata”, il Pd ha fatto un passo indietro e non l’ha candidato. D’Ambrosio però al voto c’è andato lo stesso, nella lista del Centro Democratico, senza riuscire però ad essere eletto.

Per Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista, questa nomina al vertice della società pubblica rappresenterebbe “una sorta di premio di consolazione” all'esponente politico al centro di diverse inchieste. “Il sistema evidentemente non dimentica nessuno e a tutti viene comunque garantito uno strapuntino”, afferma Acerbo, “il Pd abruzzese e pescarese ormai non conosce la decenza. Mettere a capo di una società che si chiama Ecologica un imputato per gravi reati in materia di salute e ambiente, oltre che per quelli più consueti tipici della questione morale, è il segno che pensano di poter fare quello che gli pare”.