Lo schema terroristico della notte dell'orrore ricalca il modello operativo che il Califfato ha usato decine di volte per penetrare nelle città nemiche durante l'espansione verso l'Iraq: uso combinato di kamikaze e autobombe per aprire la strada a squadre d'assalto che da diverse direzioni si concentrano sull'obiettivo. Adesso lo esportano nel cuore d'Europa

Sette attacchi in contemporanea, pianificati in modo da terrorizzare Parigi usando un numero limitato di terroristi. Meno di dieci attentatori hanno fatto sprofondare una metropoli nell'orrore uccidendo 126 persone e ferendone altre 200. E le prime confuse informazioni sul venerdì nero della Francia sembrano indicare una regia militare dell'eccidio. Chi ha pianificato il massacro ha trasportato nel cuore d'Europa le tattiche delle battaglie che avvengono tutti i giorni in Siria.

Lo schema dell'attacco ricalca il modello operativo che il Califfato ha usato decine di volte per penetrare nelle città nemiche durante l'espansione verso l'Iraq.

C'è stato un diversivo, di potente valore mediatico e simbolico: tre ordigni fatti esplodere poco lontano dallo stade de France dove si giocava Francia - Germania. La paura è tracimata in diretta tv, con il presidente Hollande portato via dalla scorta e il pubblico confinato nell'arena, per il timore che altre bombe fossero nascoste lungo le vie di fuga. Si sarebbe trattato di almeno due kamikaze e un ordigno con innesco telecomandato, attivato con un cellulare.

Ma il cardine dell'operazione è stato nell'X e XI arrondissement. Gli attentatori solitari o in coppia hanno fatto fuoco quattro volte, sparando contro bar e ristoranti. I testimoni parlano di fucilieri che agivano con freddezza: dopo avere svuotato il kalashnilov contro i tavolini, hanno sostituito il caricatore ed esploso altre raffiche. Sono fuggiti a piedi, senza scomporsi. Soltanto a Les Halles l'assassino avrebbe usato una vettura. Forse un singolo terrorista ha attaccato più bersagli. Obiettivi che sembrano scelti senza un criterio, senza un significato che giustificasse l'odio jihadista. Hanno ucciso a caso, perché tutto l'Occidente è un nemico.

Tutta l'azione era concentrata verso il Bataclan, il teatro dove più di mille ragazzi stavano assistendo a un concerto degli Eagles Death metal. Forse li' si sono diretti alcuni dei tiratori che avevano già colpito. In tre hanno fatto irruzione, gettando granate tra la folla, sparando con mitragliatori e fucili a pompa.

"Allah akhbar", hanno urlato ossessivamente mentre semivano morte. Senza nervosismo, con raffiche isolate sulla strada uno di loro ha tenuto a distanza la polizia. E intanto dentro proseguiva la carneficina. Non hanno cercato la trattativa: quelli non erano ostaggi, ma solo vittime da sacrificare. Li hanno ammazzati uno dopo l'altro, mirando alla testa per risparmiare pallottole. Come fanno in Siria i miliziani dello Stato islamico quando conquistano una base nemica e abbattono senza pietà chi si arrende.

Per questo le forze speciali hanno fatto scattare il blitz il prima possibile, con un raid che è stato sicuramente sanguinoso prima di eliminare gli assalitori, che indossavano cinture esplosive. Due si sono fatti esplodere, un terzo è stato eliminato prima di attivare la bomba suicida. Nel teatro c'erano "un centinaio" di morti.

Le informazioni sono ancora confuse ed ogni analisi rischia di essere azzardata. Ma l'uso combinato di kamikaze e autobombe per aprire la strada a squadre d'assalto che da diverse direzioni si concentrano sull'obiettivo è diventato un modus operandi classico dello Stato islamico. Lo hanno usato con successo contro le truppe di Damasco e contro quelle di Baghdad per espugnare le cittadine rivali. Adesso lo esportano nel cuore d'Europa.