Il Pentagono annuncia: due squadroni di elicotteri degli ”Angeli custodi” trasferiti in Italia. Che diventa sempre più strategica per i conflitti in Africa e Medio Oriente

Anche gli “Angeli Custodi” arriveranno ad Aviano, con un ulteriore potenziamento dell'avamposto americano per i conflitti nel Medio Oriente. Il Pentagono ha annunciato che altri due squadroni dell'Us Air Force verranno trasferiti dall'aeroporto britannico di Lakenheath alla base in provincia di Pordenone. Si tratterà di circa 350 militari e cinque elicotteri HH60 Pave Hawk, appartenenti a due reparti di soccorso. Ma il termine soccorso non deve far pensare ad operazioni umanitarie: sono unità di commandos, che hanno il compito di recuperare i piloti caduti in territorio nemico, superando qualunque ostacolo.

La decisione testimonia quanto continui a crescere l'importanza di Aviano per i disegni statunitensi. «Questo trasferimento delle nostre unità di soccorso le collocherà in una posizione strategica per intervenire in Africa, Europa e Medio Oriente», ha spiegato il generale Frank Gorenc, comandante delle forze aeree americane schierate nel vecchio continente. L'antica idea littoria di Italia come portaerei nel Mediterraneo applicata alla guerra globale contro il terrorismo.

Il trasloco avverrà nel 2017 e prevede la costruzione delle infrastrutture destinate a ospitare i nuovi reparti. Il Pentagono infatti crede che il grande aeroporto friulano abbia una capienza non ancora sfruttata. E ne sta potenziando tutte le dotazioni, inclusi i bunker che proteggono le bombe atomiche: recinzioni e apparati di difesa sono stati appena migliorati, prevedendo un lungo futuro per i cinquanta ordigni nucleari che si ritiene siano custoditi nella base. Le informazioni su questi armamenti infatti restano top secret.

Il fulcro del contingente di Aviano resta il 31mo stormo, con i suoi cacciabombardieri F-16 che sono stati protagonisti di tutte le campagne della storia recente, dai raid sul Kosovo a quelli sulla Libia. Da agosto sei di questi aerei sono stati dislocati in Turchia, dove compiono ogni giorno bombardamenti contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria.

Se qualcuno di loro venisse abbattuto o precipitasse per problemi tecnici, allora scatterebbe la missione degli elicotteri che formano il “Guardian Angel Weapon System”. «Non possiamo pensare che gli equipaggi siano in grado di tornare da soli alle nostre linee. C'è l'eventualità che siano rimasti imprigionati nei velivoli precipitati o che i loro paracadute restino impigliati in un albero oppure che vadano alla deriva in mezzo all'oceano. Abbiamo personale addestrato per affrontare tutte le situazioni, recuperarli, curarli e riportarli a casa con onore», ha spiegato il maggiore Patrick Gruber, comandante del 57mo squadrone.

Operazioni che possono essere condotte anche a lunghissima distanza: i Pave Hawk sono dotati di una sonda per il rifornimento in volo, che rende teoricamente illimitata l'autonomia. Ovviamente, il soccorso ai piloti prevede la neutralizzazione di eventuali minacce armate, affidata alle mitragliere di bordo degli elicotteri e soprattutto ai “para-rescue”: squadre di incursori che fanno parte delle forze speciali.

Gli Angeli custodi, appunto, chiamati anche “berretti marroni”. Sono commandos, abilitati al lancio con il paracadute e all'attività subacquea, con una qualifica in più: oltre a combattere sono pure infermieri di prima linea, qualificati nella cura dei traumi.