Dopo il lancio di un sito anti-reclutamento, il governo francese trasmetterà quattro spot televisivi. Per far conoscere le storie di chi si è andato in Siria con le parole dei familiari. Che dicono: 'Siamo vittime'

Le altre facce del Jihad sono queste. Quattro volti di cittadini francesi che il governo ha deciso di riprendere. Quattro racconti da 90 secondi che andranno in onda sulle principali mittenti francesi (France Télévisions, TF1, M6, BFMTV, Canal+, TV5 Monde, Arte, France 24, le reti del gruppo AB e quelle di Orange) per tentare di dissuadere gli aspiranti foreign fighters.

Le storie sono quelle di Baptiste, Saliha, Jonathan e Véronique: genitori e fratelli di ragazzi che hanno deciso di lasciare l'Europa per combattere in Siria. Alcuni di loro non sanno nulla della sorte dei propri cari. Altri hanno invece la certezza che siano già morti.

"Un giorno mia figlia di 17 anni – racconta Baptiste - ha chiamato me e mia moglie e ci ha detto: 'Papà, mamma, ho deciso di andarmene con un ragazzo che ho conosciuto su internet, sono in Siria per il Jihad'. Abbiamo sentito il mondo crollare sotto i piedi. Sono convinto che lei fosse alla ricerca di un mondo migliore ma ha trovato l'inferno. Ci hanno rubato nostra figlia. Per noi è morta. Non siamo i genitori di una terrorista, siamo delle vittime"


Stop-Djihadisme - Baptiste racconta la partenza di sua figlia
di gouvernementFR

Sabri, il figlio di Saliha, è partito per la Siria nel 2013. “Quando mi ha telefono e mi ha detto di essere in Siria, ho capito che non l'avrei visto mai più”. Poi, un giorno, il marito di Saliha ha ricevuto una chiamata anonima: “Era un siriano. Ha detto che potevamo essere felici perché nostra figlio era morto da martire".


Stop-Djihadisme - Saliha racconta la morte del figlio in Siria
di gouvernementFR

Spesso la decisione viene comunicata da lontano, senza neppure un saluto. Come spiega anche Jonathan: “Mia sorella Sarah ha lasciato la scuola a 17 anni. Un giorno ha chiamato mio padre e ha detto che non sarebbe più tornata a casa”.


Stop-Djihadisme - Jonathan racconta la partenza di sua sorella Sarah
di gouvernementFR

Véronique non sa cosa ne è stato del figlio. “Amava lo sport, la musica, aveva un sacco di interessi. Poi un giorno è andato in Germania e non è più tornato. Abbiamo saputo tempo dopo che era andato in Siria. Non ho idea di dove sia. Lo vorrei prendere tra le mie braccia ma non posso più farlo. È molto difficile per me parlarne, ma la cosa peggiore è restare in silenzio. Abbiamo bisogno d'aiuto”.


Stop-Djihadisme - Véronique racconta la partenza di suo figlio
di gouvernementFR

Gli spot sono l'ultima offensiva francese contro un fenomeno in espansione. I foreign fighters, secondo le ultime stime diffuse dal New York Times, sarebbero 30 mila, provenienti da cento Paesi. Lo scorso gennaio, sull'onda emotiva di Charlie Hebdo, il governo ha lanciato il sito www.stop-djihadisme.gouv.fr, un contenitore per raccontare il reclutamento della guerra santa ma anche un canale attraverso il quale le famiglie possono chiedere aiuto allo Stato. Con tanto di numero verde per “prevenire una radicalizzazione violenta”. Adesso la campagna lascia il recinto del sito web per arrivare in televisione e sui social network con l'hashtag #StopDjihadisme.