La strage parigina dà la stura alle dichiarazioni dei leader della destra xenofoba, da Marine Le Pen a Geert Wilders

Una tragedia che può spostare voti, in tutta Europa. L'assalto al giornale satirico francese “Charlie Hebdo”, quel commando che urla in strada “Allah Akbar”, le ricerche della polizia e la paura che coglie un Paese, tutto ciò non potrà che spingere a destra l'elettorato moderato. Lo scrivono in queste ore diverse testate europee, come ad esempio il “Telegraph”, ma i primi a saperlo sono proprio loro, i leader della destra xenofoba, che non a caso stanno invadendo le televisioni del continente.

In Italia è il segretario della Lega Nord Matteo Salvini a guidare il fronte anti-Islam e anti-immigrazione, nonostante i due fratelli accusati della strage parigina fossero nati in Francia. Oltralpe, come era prevedibile, Marine Le Pen non si è fatta trovare impreparata. Ha girato un video-comunicato di 3 minuti in cui ha parlato dei valori della Francia, della libertà, delle vittime, dei rischi dell'infiltrazione dell'Islam radicale. La Marine Le Pen “moderata”, insomma, quella che cerca di far dimenticare l'eredità paterna. In seguito, stamattina, ha però lanciato un referendum sulla pena di morte, alla quale si è detta «personalmente favorevole». Lo proporrrà se vincerà le presidenziali del 2017, per le quali si sta dunque cominciando a scaldare, forte anche degli ultimi successi e di quei sondaggi che ormai la danno spesso in testa al primo turno.

Ha la testa alle elezioni anche un altro noto rappresentante dell'estrema destra continentale, il leader britannico dell'Ukip Nigel Farage, noto in Italia per le gaffe e per l'alleanza al Parlamento europeo con il M5S di Beppe Grillo. Anche nell'Ukip sono emerse le due anime. Da un lato quella più presentabile, indispensabile per sfondare al centro, e dall'altra quella più radicale, più vicina agli istinti, alla pancia della gente. Farage è apparso in tv a Channel 4, con il Big Ben sullo sfondo, e ha parlato di una «quinta colonna» che vive nei Paesi occidentali e che si oppone ai nostri valori, come la libertà di espressione e quella di satira: «Per fortuna si tratta di pochissime persone, ma bastano a far dubitare del tentativo che si è compiuto finora di incoraggiare la divisione all'interno della società in nome del multiculturalismo».

Meno sottili sono stati altri dirigenti del suo partito. Se Amjad Bashir, portavoce delle comunità, ha parlato di «criminali disgustosi, animali», il candidato al Parlamento John Bickley ne ha approfittato su Twitter per un vero spot, in vista delle elezioni generali di maggio: «L'atrocità di Parigi mostra che la democrazia e la libertà di espressione sono sotto attacco. È tempo di prendere posizione. È tempo di Ukip».

In Olanda si è invece fatto sentire Geert Wilders, leader del Partito della Libertà e da sempre impegnato nella battaglia contro l'Islam e per la pubblicazione delle vignette su Maometto. «L'Occidente è in guerra e dovrebbe de-islamizzarsi», ha detto Wilders, che ha chiesto un dibattito con il primo ministro olandese Mark Rutte e ha anche ritwittato un disegno di un fan che lo mostra su un cavallo mentre sconfigge il drago-Islam
Per Wilders bisogna «chiudere le frontiere, sbarazzarsi della correttezza politica, introdurre la detenzione amministrativa e fermare l'immigrazione dai Paesi islamici. Dobbiamo difenderci. Ora basta».

Anche in Germania, un Paese in cui l'estrema destra xenofoba non aveva in pratica cittadinanza, qualcosa sta cambiando. Si è andato infatti diffondendo un movimento anti-musulmano chiamato Pegida, che proprio lunedì ha riunito a Dresda 18mila persone in una manifestazione di cui molto si è parlato e che secondo i sondaggi era condivisa da un terzo dei tedeschi. Pegida, il cui nome significa Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'Occidente, ha annunciato un'altra manifestazione per lunedì, in difesa di “Charlie Hebdo”, e ha scritto sulla propria pagina Facebook: «Gli islamisti, contro cui Pegida ha messo in guardia nelle ultime 12 settimane, hanno dimostrato in Francia di non essere in grado di praticare la democrazia, ma di vedere invece la soluzione nella violenza e nella morte. I nostri leader politici vogliono farci credere il contrario. Deve capitare anche in Germania una tragedia così?».