Il sindaco di Napoli attacca tutti e tutto. A cominciare dal presidente della Repubblica: «Napolitano è stato protagonista di ingiustizie profonde nei miei confronti». Poi parla del futuro: «Mi sono dimesso da magistrato, se sarò sospeso sarò un disoccupato»

Dopo la condanna a un anno e tre mesi per abuso d'ufficio, che potrebbe comportare la sospensione dalla carica di sindaco di Napoli, Luigi de Magistris si sfoga in una intervista esclusiva con  l’Espresso. L'ex magistrato attacca tutto e tutti. Iniziando dal Presidente della Repubblica: «Napolitano è stato protagonista di ingiustizie profonde nei miei confronti». Poi promette di rivelare quali sono i poteri forti che vogliono la sua fine politica dichiarando che pubblicherà i verbali che ha reso di fronte all’autorità giudiziaria e dai quali si evinceranno alcuni nomi illustri che ancora oggi rivestono incarichi importanti nel nostro paese. Infine, parlando del suo futuro: «Non mi dimetto, la mia battaglia è giusta. Fossi sospeso dovrei inventarmi un lavoro».



Sindaco come sta?
“Sono sereno, arrabbiato, indignato, offeso, ma sereno perché ho fatto il mio dovere e rifarei tutto quello che ho fatto e quindi ho la coscienza pulita e posso guardare negli occhi le persone che incontro ogni giorno sulla mia strada”.

Bassolino: «De Magistris è finito». Vendola: «Mi ha deluso». Non ha avuto solidarietà quasi da nessuno le dispiace?
“Solidarietà dal mondo politico tranne rare occasioni non ce n'è stata. Sono intervenuti tutti in modo approssimativo e superficiale. Bassolino è un politico che ci ha lasciati pieni di spazzatura, senza un turista e con un milione e mezzo di debiti; se c'è una persona che politicamente è finita, questa si chiama Antonio Bassolino”.

Di lei Marco Travaglio ha detto: «E’ innocente ma deve dimettersi».
“Marco ritiene che sempre e comunque il principio della legalità formale debba prevalere. Io penso che la giustizia sia più forte della legalità formale e che anche la magistratura può sbagliare. Lo ringrazio perché lui è uno di quelli che ha guardato in profondità e sa che sono innocente. Ma io non mi dimetto”.

E Gioacchino Genchi, poliziotto e suo consulente informatico nel 2007, anche lui innocente?
“I rapporti con Gioacchino Genchi si sono deteriorati, c'è stata una frattura quindi non c'è più quel rapporto di lealtà e di collaborazione forte che c'è stato durante le indagini preliminari. Durante le indagini non ho mai avuto dubbi su Gioacchino Genchi, dopo non ho apprezzato le sue dichiarazioni  e alcune sue condotte. Io durante le indagini non ho avuto nessun motivo che mi potesse far immaginare che lui sapesse che quelle utenze potessero essere riconducibili a parlamentari. L'accusa e la condanna nei miei confronti sono davvero una barzelletta. Io vengo condannato per aver disposto con decreto ad un consulente tecnico l'acquisizione di determinate utenze individuate, ovviamente, dal consulente tecnico. Lui mi da i numeri e secondo i giudici io attraverso quei numeri, dove non c'era indicato del parlamentare Tizio o Caio, dovevo sapere che erano di parlamentari? Una follia. Poi, nel momento in cui il consulente mi ha detto che si trattava di numeri di parlamentari, mi sono fermato e ho attivato le procedure per ricevere le autorizzazioni dal Parlamento. Inoltre, le intercettazioni non sono state neanche usate quindi non c'è danno, non c'è reato, non c'è nulla. Ecco perché oggi sto usando toni che alcuni dicono essere duri”.

I poteri massonici che ha cercato di fermare si stanno vendicando?
“I poteri massonici si sono già vendicati. Ci sono intercettazioni telefoniche di Chiaravalloti che dicono: 'Lo costringeremo per tutta la vita a difendersi'. Io ho toccato fili ad altissima tensione. Non sono frasi fatte o generiche, ci sono verbali che io ho rilasciato all'autorità giudiziaria, alcuni sono pubblici, sono stati resi noti, altri no; il mio impegno nelle prossime ore e di svelarli tutti. Io credo di aver messo le mani in qualcosa di molto grande, non solo molto più grande di me. Non mi sono reso conto di quanto fossero grandi e di come molte delle persone implicate siano ancora oggi in posizioni apicali nelle istituzioni della Repubblica Italiana”.

«Lo stato putrido e corrotto» e «I soliti poteri forti», sono parole sue. Non le sembrano affermazioni eccessive, pericolose soprattutto se provenienti da un uomo dello Stato?
“Ci sono servitori dello Stato straordinari, coraggiosi. Donne e uomini eroici. Ma pezzi di Stato significativi sono putrefatti; sono intrisi di corruzione. Questi usano la legalità formale che ha un’efficacia di violenza morale che, per certi versi, può essere più pericolosa della violenza fisica. La violenza fisica erge l’attenzione dell’opinione pubblica qua invece si insinua il dubbio, la calunnia, la delegittimazione”.

Quindi lei conferma le frasi che ha detto?
“Uno che da anni sta subendo ingiustizie di questa portata, cose che hanno sconvolto la mia vita familiare e il mio lavoro. Io mi sono dimesso da magistrato. Attualmente non ho lavoro, se vengo sospeso sarò un disoccupato, sarò uno che si inventerà di come vivere. Quindi per me sono toni giusti, necessari in certi  momenti”.

Se dovessero sospenderla o se si dovesse dimettere, avrebbero vinto loro: è così che la vede?
“Ma io non mi dimetto. E la sospensione mi porterà a fare il sindaco di strada che è anche molto affascinante. Farò il sindaco in mezzo alla gente, metterò aiuole, riempirò buche”.

Non crede di essersi isolato troppo durante questi primi anni del suo mandato?
“Io in questi tre anni sono stato un uomo che ha fatto comunque anche una rete di contatti tra le istituzioni, ho dialogato con il governo, ho dialogato con la regione. Ho dialogato con Napolitano che quando io ero magistrato è stato anche uno dei protagonisti di ingiustizie profonde nei miei confronti. Ho anteposto gli interessi di una città a un dolore profondissimo che avevo nel mio cuore perché mi hanno infranto il sogno più grande cioè quello di fare il magistrato per sempre”.

Che futuro immagina per la città di Napoli senza di lei?
“Napoli fino al 2016 sarà una cosa sola con il suo sindaco e io sarò pancia a terra tutto il tempo per la città e per i napoletani”.