In tre anni i sinistri marittimi sono passati da 391 a 286. Questo però non ha portato a un minor numero di morti. Anzi. Dalla Costa Concordia alla Norman Atlantic, le mappe sulla sicurezza delle flotte

Dopo l'incidente avvenuto alla Norman Atlantic è inevitabile chiedersi come stanno le cose in termini di sicurezza del trasporto marittimo – se negli ultimi anni incidenti e vittime sono aumentati o meno. Un modo per capirlo è consultare i dati forniti dal Ministero dei Trasporti. Qual è allora la situazione per la flotta italiana? E com'è cambiata negli ultimi anni?

Per quanto riguarda il numero di incidenti, dal 2009 al 2012 (ultimo anno analizzato) la tendenza è quella di un generale miglioramento: in tre anni i sinistri marittimi sono calati del 25% passando da 391 a 286. Questo però non ha portato a un minor numero di vittime, anzi.

Nel 2011 e 2012, in particolare, si sono verificati due gravi incidenti che hanno portati a molti più decessi di quanti ce n'erano stati in precedenza. Il primo ha coinvolto un'imbarcazione usata per l'immigrazione clandestina che, capovolgendosi per l'enorme peso delle persone a bordo, è affondata trascinando a fondo 212 persone fra le circa 265 imbarcate. Il secondo, più recente, è il caso della Costa Concordia che da solo ha causato 32 vittime – più di quante ce n'erano state negli anni 2009 e 2010 messi insieme.



C'è anche un altro dettaglio da considerare. In mare viaggiano navi di tutti i tipi: da carico, da trasporto di cose o persone, da pesca, senza considerare quelle da diporto – piccole barche private usate per svago e turismo. Alcune sono più rischiose di altre. E in effetti sono proprio queste ultime che nel 2012 hanno subito circa la metà degli incidenti totali. Subito dopo vengono i pescherecci, con il 20%, e poi ancora le navi da carico con il 13%. Mezzi come la Norman Atlantic, che trasportano solo passeggeri oppure passeggeri e carico insieme, da questo punto di vista non sembrano incidere troppo. La tendenza è confermata anche se torniamo indietro di qualche anno: le navi da diporto, in media, sono coinvolte in più del 50% dei sinistri marittimi.



Eppure per capire quanto le navi passeggeri sono sicure contare il numero di incidenti non basta. Le stesse statistiche del Ministero dei Trasporti sottolineano come il numero di navi sia completamente diverso a seconda della loro funzione. Di navi da diporto, per esempio, ne esiste una quantità enorme – circa 83mila – e così di pescherecci – poco più di 13mila.

I vascelli da carico, trasporto o servizio si contano invece a centinaia, e questo dev'essere considerato per capire qual è il livello di rischio: che di piccole navi ce ne siano molte, s'intende, rende molto più probabile che abbiano problemi. In effetti se teniamo in conto questo fattore la situazione cambia parecchio.

Sia nel 2009 che nel 2010 trasporti passeggeri e carico come la Norman Atlantic, presentavano un rischio di essere coinvolte in incidenti molto superiore a quello degli altri tipi di nave. Il tasso di incendentalità, per esempio, era quasi cinque volte quello dei battelli da carico. Nel 2011 però la situazione migliora molto: il tasso passa da 14,3 al 5%, e così i vascelli più a rischio d'incidente diventano quelli ausiliari e di servizio. Per i battelli da carico il rischio resta piuttosto ridotto, ma è comunque quasi raddoppiato in due anni. E per quanto riguarda le navi da pesca e quelle da diporto? Considerato che ne esistono decine di migliaia, qui il numero di incidenti diventa davvero piccolo: comunque molto inferiore rispetto ai mezzi su cui s'imbarcano ogni giorno gli operatori delle navi da carico e – appunto – i turisti stessi.